Doch ein
Band gab es, das Klein-Helga hielt, das
war die Abenddämmerung. Da wurde sie
still und gleichsam nachdenklich, ließ
sich gebieten und leiten. Es war, als ob
ein inneres Gefühl sie zur Mutter zöge,
und wenn die Sonne sank und die innere und
äußere Verwandlung vor sich ging,
saß sie still und traurig, zur Froschgestalt
zusammengeschrumpft da. Der Körper
war nun weit größer als der dieses
Tieres, aber gerade dadurch noch abschreckender.
Sie sah wie ein abscheulicher Zwerg aus
mit einem Froschkopf und Schwimmhäuten
zwischen den Fingern. Es lag etwas so Betrübtes
in den Augen, mit denen sie umherblickte;
eine Stimme hatte sie nicht, nur ein hohles
Quaken gab sie mitunter von sich, ganz wie
ein Kind, das im Schlafe schluchzt.
Da konnte die Wikingerfrau sie wohl auf
ihren Schoß nehmen, die häßliche
Gestalt vergessen und nur die traurigen
Augen sehen; mehr als einmal sagte sie dann:»Fast
möchte ich wünschen, daß
du immer mein stummes Froschkind wärest;
für mich bist du häßlicher
anzusehen, wenn du nach außenhin schön
bist.«
|
Però c'era un legame che vincolava la piccola Helga: era l'imbrunire della sera; allora ella si faceva silenziosa e come pensierosa, lasciandosi chiamare e condurre. Allora una specie di sensazione interna la attraeva verso la mamma e quando il sole tramontava con la conseguente trasformazione esterna e interna, stava lì tranquilla, triste, raggranchiata nella forma del batrace, con il corpo molto più grande di quello di quest'animale, ma proprio per questo tanto più orrido. Ella aveva l'aria di un nano pietoso con la testa dì rana e una membrana tra le dita. Vi era qualcosa di così triste in quegli occhi con i quali guardava, non aveva la voce, soltanto un gracchiare cavo, come un bambino che piange nel sogno; allora la moglie del vichingo se la poteva prendere in grembo, ella dimenticava la forma orrenda, guardando soltanto gli occhi tristi dicendo più di una volta: «Potrei quasi desiderare che tu rimanessi esclusivamente la mia muta bambina rana; sei ancora più orrenda da vedere quando la bellezza è girata in fuori!».
|