Die Schwäne
schlugen mit den Schwingen, neigten ihre
Hälse, als wollten sie ihr ihren Gruß
darbieten; die Wikingerfrau breitete die
Arme nach ihnen aus, als ob sie sie verstände,
und lächelte unter Tränen und
vielerlei Gedanken. Da erhoben sich mit
Flügelschlag und Klappern alle Störche
zur Reise nach dem Süden.
»Wir warten nicht auf die Schwäne«,
sagte die Storchmutter, »wollen sie
mit, dann müssen sie kommen. Wir können
nicht hierbleiben, bis die Brachvögel
reisen. Es ist doch etwas Schönes,
so in Familie zu reisen, und nicht wie die
Buchfinken und die Streithähne, wo
die Hähne für sich fliegen und
die Hennen für sich. Im Grunde genommen
finde ich das nicht anständig! Und
was ist das für ein Flügelschlag,
den die Schwäne an sich haben.«
»Jeder fliegt nach seiner Art«,
sagte der Storchvater, »die Schwäne
fliegen schräg, die Kraniche im Dreieck
und die Brackvögel in Schlangenlinie.«
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I cigni batterono le ali, piegarono i loro colli come se anche essi volessero darle il loro saluto; e la moglie del vichingo stese le braccia verso di loro come se ella capisse. Sorrise nel pianto e nei suoi tanti pensieri. Allora tutte le cicogne si sollevarono con fragore di ali e gridolii per il viaggio verso Sud. «Non aspettiamo i cigni!» disse mamma cicogna, «se vogliono venire con noi, che vengano! Non possiamo stare qui fino alla partenza dei pivieri. C'è però qualcosa di bello a viaggiare così, tutti in famiglia: non come i fringuelli e i combattenti dove i maschi e le femmine volano per conto loro, e a dire il vero non è neanche decoroso! E come volano i cigni?» «Ognuno vola a modo suo.» disse papà cicogna, «i cigni di traverso, le gru a triangolo e i pivieri in linea serpeggiante.» «Non nominare il serpente quando voliamo quassù!» disse mamma cicogna, «fa soltanto venire ai piccoli delle voglie che non si potrebbero soddisfare!» |