Seite 38: Der Sandmann




Nun erschaute Nathanael erst Olimpias wunderschön geformtes Gesicht. Nur die Augen schienen ihm gar seltsam starr und tot. Doch wie er immer schärfer und schärfer durch das Glas hinschaute, war es, als gingen in Olimpias Augen feuchte Mondesstrahlen auf. Es schien, als wenn nun erst die Sehkraft entzündet würde; immer lebendiger und lebendiger flammten die Blicke. Nathanael lag wie festgezaubert im Fenster, immer fort und fort die himmlisch-schöne Olimpia betrachtend. Ein Räuspern und Scharren weckte ihn, wie aus tiefem Traum. Coppola stand hinter ihm:
Solo ora Nataniele vide il viso meraviglioso di Olimpia. Gli occhi solamente gli parvero stranamente morti e fissi. Ma aguzzando lo sguardo attraverso il cannocchiale, gli parve che gli occhi di Olimpia si illuminassero di umidi raggi di luna. Sembrava che per la prima volta avessero la capacità di vedere; e gli sguardi fiammeggiavano sempre più vivi. Come incantato, Nataniele se ne stava alla finestra a contemplare la bellezza celestiale di Olimpia. Un raschiare di gola, uno scalpicciare di piedi lo risvegliarono come da un sonno profondo. Coppola gli stava alle spalle:

»Tre Zechini - drei Dukat« - Nathanael hatte den Optikus rein vergessen, rasch zahlte er das Verlangte. »Nick so? - sköne Glas - sköne Glas!« frug Coppola mit seiner widerwärtigen heisern Stimme und dem hämischen Lächeln. »Ja ja, ja!« erwiderte Nathanael verdrießlich. »Adieu, lieber Freund!«
- Coppola verließ nicht ohne viele seltsame Seitenblicke auf Nathanael, das Zimmer. Er hörte ihn auf der Treppe laut lachen. »Nun ja«, meinte Nathanael, »er lacht mich aus, weil ich ihm das kleine Perspektiv gewiß viel zu teuer bezahlt habe - zu teuer bezahlt!« - Indem er diese Worte leise sprach, war es, als halle ein tiefer Todesseufzer grauenvoll durch das Zimmer, Nathanaels Atem stockte vor innerer Angst.
«Tre zecchini... tre ducati...». Nataniele aveva completamente dimenticato l’ottico e subito gli pagò il dovuto. «Bello, non è vero, il cannocchiale?» domandò Coppola con la sua voce rauca e antipatica. «Sì, sì» rispose Nataniele infastidito «addio, caro amico.» Coppola lasciò la camera non senza aver lanciato di traverso strani sguardi. Nataniele lo udì ridere forte sulle scale: «Certo» pensò Nataniele «egli ride di me perché ho pagato troppo caro questo piccolo cannocchiale, troppo caro». Mentre diceva queste parole sottovoce, gli sembrò di sentire risuonare nella stanza un mortale, raccapricciante sospiro: per il terrore gli si mozzò il fiato.

- Er hatte ja aber selbst so aufgeseufzt, das merkte er wohl. »Clara«, sprach er zu sich selber, »hat wohl recht, daß sie mich für einen abgeschmackten Geisterseher hält; aber närrisch ist es doch - ach wohl mehr, als närrisch, daß mich der dumme Gedanke, ich hätte das Glas dem Coppola zu teuer bezahlt, noch jetzt so sonderbar ängstigt; den Grund davon sehe ich gar nicht ein.«
Ma era stato lui stesso a sospirare, ora lo aveva capito. «Clara» disse a se stesso «ha ragione quando mi prende per uno strambo visionario, ma è strano, anzi più che strano, che mi angusti così lo stupido pensiero di aver pagato troppo caro a Coppola il cannocchiale: non riesco a comprenderne il motivo.»

Vokabular

Nathanael lag wie festgezaubert im Fenster (poet.)
= Nataniel permanecía como hechizado junto a la ventana

der Optikus, der Optiker = el óptico

Perspektiv, der Feldstecher, das Fernglas = los prismáticos







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