Nun erschaute
Nathanael erst Olimpias wunderschön
geformtes Gesicht. Nur die Augen schienen
ihm gar seltsam starr und tot. Doch wie
er immer schärfer und schärfer
durch das Glas hinschaute, war es, als gingen
in Olimpias Augen feuchte Mondesstrahlen
auf. Es schien, als wenn nun erst die Sehkraft
entzündet würde; immer lebendiger
und lebendiger flammten die Blicke. Nathanael
lag wie festgezaubert im Fenster, immer
fort und fort die himmlisch-schöne
Olimpia betrachtend. Ein Räuspern und
Scharren weckte ihn, wie aus tiefem Traum.
Coppola stand hinter ihm:
Solo ora Nataniele vide il viso
meraviglioso di Olimpia. Gli occhi solamente gli parvero stranamente morti e fissi. Ma aguzzando lo
sguardo attraverso il cannocchiale, gli parve che gli occhi di Olimpia si illuminassero di umidi raggi di
luna. Sembrava che per la prima volta avessero la capacità di vedere; e gli sguardi fiammeggiavano
sempre più vivi. Come incantato, Nataniele se ne stava alla finestra a contemplare la bellezza celestiale
di Olimpia. Un raschiare di gola, uno scalpicciare di piedi lo risvegliarono come da un sonno profondo.
Coppola gli stava alle spalle:
»Tre Zechini
- drei Dukat« - Nathanael hatte den
Optikus rein vergessen, rasch zahlte er
das Verlangte. »Nick so? - sköne
Glas - sköne Glas!« frug Coppola
mit seiner widerwärtigen heisern Stimme
und dem hämischen Lächeln. »Ja
ja, ja!« erwiderte Nathanael verdrießlich.
»Adieu, lieber Freund!«
- Coppola verließ nicht ohne viele
seltsame Seitenblicke auf Nathanael, das
Zimmer. Er hörte ihn auf der Treppe
laut lachen. »Nun ja«, meinte
Nathanael, »er lacht mich aus, weil
ich ihm das kleine Perspektiv gewiß
viel zu teuer bezahlt habe - zu teuer bezahlt!«
- Indem er diese Worte leise sprach, war
es, als halle ein tiefer Todesseufzer grauenvoll
durch das Zimmer, Nathanaels Atem stockte
vor innerer Angst.
«Tre zecchini... tre ducati...». Nataniele aveva completamente dimenticato
l’ottico e subito gli pagò il dovuto. «Bello, non è vero, il cannocchiale?» domandò Coppola con la sua voce rauca e antipatica.
«Sì, sì» rispose Nataniele infastidito «addio, caro amico.» Coppola lasciò la camera non senza aver lanciato di traverso strani sguardi. Nataniele lo udì ridere
forte sulle scale: «Certo» pensò Nataniele «egli ride di me perché ho pagato troppo caro questo piccolo
cannocchiale, troppo caro». Mentre diceva queste parole sottovoce, gli sembrò di sentire risuonare nella
stanza un mortale, raccapricciante sospiro: per il terrore gli si mozzò il fiato.
- Er hatte ja aber selbst
so aufgeseufzt, das merkte er wohl. »Clara«,
sprach er zu sich selber, »hat wohl
recht, daß sie mich für einen
abgeschmackten Geisterseher hält; aber
närrisch ist es doch - ach wohl mehr,
als närrisch, daß mich der dumme
Gedanke, ich hätte das Glas dem Coppola
zu teuer bezahlt, noch jetzt so sonderbar
ängstigt; den Grund davon sehe ich
gar nicht ein.«
Ma era stato lui stesso a
sospirare, ora lo aveva capito. «Clara» disse a se stesso «ha ragione quando mi prende per uno strambo
visionario, ma è strano, anzi più che strano, che mi angusti così lo stupido pensiero di aver pagato
troppo caro a Coppola il cannocchiale: non riesco a comprenderne il motivo.»