Früher
habe ich Fische im Grund meiner Flasche
gehabt; jetzt habe ich rotbäckige Knaben
da. Bei mir lernen sie Weisheit:Griechisch!
Griechisch! Hebräisch! Koax!"
Es klang gerade wie Froschgequak, oder wenn
man mit großen Stiefeln in einem Sumpf
geht.
Es war immer derselbe Ton, so einförmig,
so langweilig, so furchtbar langweilig,
daß der kleine Tuk in einen tiefen
Schlaf fiel, und der tat ihm not. Aber auch
in diesen Schlaf schlich sich ein Traum,
oder was es sonst war.
Seine kleine Schwester Gustave mit den blauen
Augen und dem blonden, lockigen Haar war
auf einmal ein erwachsenes, schönes
Mädchen und konnte, ohne Schwingen
zu haben, fliegen. Und sie flogen über
das ganze Seeland, über die grünen
Wälder und das blaue Wasser dahin.
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Una volta, ci avevo certi ranocchini; ed ora in fondo alla bottiglia ho i miei ragazzi con le guance bianche e rosse, i miei ragazzi che imparano la saviezza, e il greco e l’ebraico. Quant’acqua, quant’acqua! Quac! Il verso somigliava tal quale il verso delle rane, e quel rumorino che fan gli stivaloni di uno che cammini in un pantano: era sempre la stessa nota, così monotona e noiosa, che il piccolo Tuk si addormentò placidamente: e del resto, il dormire non gli faceva male di sicuro! Ma anche nel sonno, ebbe un sogno - o se non era un sogno, gli somigliava assai. La sua sorellina Gustava, dagli occhi azzurri e dai riccioli biondi, era divenuta ad un tratto una giovinetta alta e snella; e, senz’aver le ali, pur sapeva volare. E volavano insieme sopra l’isola di Seeland, sopra le verdi foreste e i laghi azzurrini. |