Spät
in der Nacht, als der Frieden des Schlafes
über dem von neuem glücklichen
Hause ruhte, wachte noch immer jemand, aber
es war nicht der Storchvater, obwohl er
droben auf einem Bein aufrecht im Neste
stand und Schildwache schlief, nein, Klein-Helga
wachte; sie neigte sich über den Altan
und blickte in die klare Luft empor zu den
großen, leuchtenden Sternen, deren
Glanz sich hier strahlender und reiner zeigte,
als sie es im Norden gesehen hatte, und
doch waren es dieselben Gestirne. Sie dachte
an die Wikingerfrau am Wildmoor, an der
Pflegemutter milde Augen, an die Tränen,
die sie über das arme Froschkind geweint
hatte, das nun in Glanz und Sternenpracht
an den Wassern des Nils in der herrlichen
Frühjahrsluft stand. Sie dachte an
die Liebe in der Brust des heidnischen Weibes,
an die Liebe, die sie einem elenden Geschöpf
erwiesen hatte, das in Menschengestalt ein
böses Tier und in Tiergestalt ekelerregend
anzusehen und zu berühren war.
Sie schaute zu den leuchtenden Sternen empor
und dachte an den Glanz auf der Stirn des
Toten, als sie über Wald und Moor hingeflogen
waren. Töne klangen in ihrer Erinnerung
auf, Worte vom Urquell der Liebe, der höchsten
Liebe, die alle Geschlechter umfaßte,
und auf die sie gelauscht hatte, als sie
mit ihm von dannen geritten war.
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Nella tarda notte, quando la pace del sonno riempiva la ricca casa felice, c'era ancora uno che vegliava, e questo non era papà cicogna, sebbene egli stesse montando la guardia dormendo su una sola gamba su nel nido. No, era la piccola Helga quella che vegliava sporgendosi dal balcone e guardava l'aria limpida con le grandi stelle lucenti, più grandi e più brillanti di quanto ella le aveva viste a Nord, eppure le stesse. Ella pensava alla moglie del vichingo vicino alla Palude Selvatica, ai soavi occhi della madre adottiva, alle lacrime che aveva pianto sulla misera bambina rana, che ora stava al chiarore e allo splendore delle stelle vicino alle acque del Nilo nella deliziosa aria primaverile. Pensò all'amore nel petto della donna pagana, quell'amore che aveva dimostrato a una misera creatura che sotto le spoglie di una persona umana era un animale malvagio e sotto le spoglie dell'animale era disgustosa da vedere e da toccare. Guardò le stelle lucenti e si ricordò il chiarore della fronte del morto quando volarono sopra le foreste e i pantani; nella sua memoria risuonavano note, parole che lei aveva sentito pronunciare quando avanzarono a cavallo ed ella era come sopraffatta dall'emozione; parole sul grande principio dell'Amore, l'Amore più eccelso, che abbracciava tutte le stirpi. |