»Aber
was ist denn das?«, fragte der Kaiser;
und alle Hofleute schalten und meinten,
daß die Nachtigall ein höchst
undankbares Tier sei. »Den besten
Vogel haben wir doch!«, sagten sie,
und so mußte der Kunstvogel wieder
singen, und das war das vierunddreißigste
Mal, daß sie dasselbe Stück zu
hören bekamen, aber sie konnten es
noch nicht ganz auswendig, denn es war sehr
schwer. Der Spielmeister lobte den Vogel
außerordentlich, ja, er versicherte,
daß er besser als die wirkliche Nachtigall
sei, nicht nur was die Kleider und die vielen
herrlichen Diamanten betreffe, sondern auch
innerlich.
Denn sehen Sie, meine Herrschaften, der
Kaiser vor allen! Bei der wirklichen Nachtigall
kann man nie berechnen, was da kommen wird,
aber bei dem Kunstvogel ist alles bestimmt;
man kann es erklären, man kann ihn
aufmachen und das menschliche Denken zeigen,
wie die Walzen liegen, wie sie gehen und
wie das eine aus dem andern folgt!«
»Das sind ganz unsere Gedanken!«,
sagten sie alle, und der Spielmeister erhielt
die Erlaubnis, am nächsten Sonntag
den Vogel dem Volke vorzuzeigen.
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«Guarda un po'!» esclamò l'imperatore; e tutta la corte si lamentò e dichiarò che l'usignolo era un animale molto ingrato. «Ma abbiamo l'uccello migliore!» dissero, e così l'uccello meccanico dovette cantare ancora e per la trentaquattresima volta sentirono la stessa melodia, ma non la conoscevano ancora completamente, perché era molto difficile, il maestro di musica lodò immensamente l'uccello e assicurò che era migliore di quello vero, non solo per il suo abbigliamento e i bellissimi diamanti, ma anche internamente.
«Perché, vedete, Signore e Signori, e prima di tutti Vostra Maestà Imperiale, con l'usignolo vero non si può mai prevedere quale sarà il suo canto; in questo uccello meccanico invece tutto è stabilito. Così è e non cambia! Ci si può rendere conto di come è fatto, lo si può aprire e si può capire come sono collocati i cilindri, come funzionano e come si muovono, uno dopo l'altro.» |