Aber der
Vogel stand still, es war niemand da, um
ihn aufzuziehen, sonst sang er nicht, und
der Tod fuhr fort, den Kaiser mit seinen
großen, leeren Augenhöhlen anzustarren,
und es war still, erschrecklich still. Da
klang auf einmal vom Fenster her der herrlichste
Gesang. Es war die kleine, lebendige Nachtigall,
die auf einem Zweige draußen saß.
Sie hatte von der Not ihres Kaisers gehört
und war deshalb gekommen, ihm Trost und
Hoffnung zu singen; und so wie sie sang,
wurden die Gespenster bleicher und bleicher,
das Blut kam immer rascher und rascher in
des Kaisers schwachen Gliedern in Bewegung,
und selbst der Tod horchte und sagte: »Fahre
fort, kleine Nachtigall! Fahre fort!«
»Ja, willst du mir den prächtigen,
goldenen Säbel geben? Willst du mir
die reiche Fahne geben? Willst du mir des
Kaisers Krone geben?«
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Ma l'uccello stava zitto, non c'era nessuno che lo caricasse e quindi non poteva cantare. La morte invece continuò a guardare l'imperatore con le sue enormi orbite cave, e stava in silenzio, in un silenzio spaventoso.
In quel momento si sentì vicino alla finestra un canto mirabile; era il piccolo usignolo vivo che stava seduto sul ramo lì fuori; aveva sentito delle sofferenze dell'imperatore e era accorso per infondergli col canto consolazione e speranza Mentre lui cantava, quelle immagini diventavano sempre più tenui, il sangue si mise a scorrere con più forza nel debole corpo dell'imperatore, e la morte stessa si mise a ascoltare e disse: «Continua, piccolo usignolo, continua!».
«Solo se mi darai la bella spada d'oro, se mi darai quella ricca insegna, se mi darai la corona dell'imperatore!»
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